Il progetto prende forma a partire dalla richiesta della committenza di immaginare uno spazio espositivo virtuale destinato a rendere disponibile per la comunità di Internet le opere in possesso degli affiliati dell’Associazione Bancaria Italiana. Attraverso un motore di ricerca opportunamente programmato l’utente ha la possibilità di accedere non solo all’archivio delle opere possedute dagli istituti di credito collegati all’Associazione, ma anche di visitare uno spazio espositivo virtuale delle opere selezionate. Va da sé come una tale richiesta abbia sollevato una serie di domande progettuali, tutte gravitanti attorno al tema del rapporto tra esperienza virtuale e progetto di architettura. Unico limite è la condizione che nel museo virtuale ci si muova “a piedi”, un elemento che ha consigliato di trovare elementi di realismo nella mediazione tra l’esperienza fruitiva virtuale e l’organizzazione del contenitore virtuale. A partire da questa premessa il progetto si è concentrato sulla messa a sistema di due piani operativi principali: i materiali e le tipologie di spazi. L’incontro fra queste due livelli produce uno spazio ibrido, deformato dalla mediazione della tecnologia, nel quale la realtà è presente in forma evocativa. Passando all'ordine logico superiore, si passa ad una struttura contenitore, un cubo di 50x50m di base per 50m di altezza, al cui interno lo spazio espositivo si genera attraverso la ricombinazione di volta in volta differente di moduli spaziali primari. Il risultato complessivo produce uno spazio abitato prodotto attraverso un processo di stratificazione della conoscenza, all’interno di un processo aperto e condiviso di costruzione di una memoria collettiva.

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